Come promesso ecco a voi un breve estratto del BDSM romance: “Possession. Provare ad amarsi” (Volume 2 della Dilogia).
(Ancora da editare)
Qualche istante e, una volta sfilate le scarpe, i pantaloni sono a terra, lo slip li segue. Sollevo di nuovo lo sguardo e la sorprendo a indagare il mio corpo nudo. Le sue dita immobili sopra l’umida apertura. Un colpo di tosse per attirare la sua attenzione. Gli occhi che saettano nei miei.
“Chi ti ha detto di fermarti?” Le guance si imporporano nell’immediato. “Che succede, piccola Anna, vedi forse qualcosa che ti interessa?”
Un sorriso sardonico a piegarmi le labbra.
“I-io…”
Qualche passo e le sono di fronte, le gambe sfiorano il letto, l’erezione ormai satura svetta verso di lei.
“Il gatto ti ha mangiato la lingua, forse?”, rincaro la dose. Poi mi abbasso, le ginocchia piegate sul materasso. Punto i palmi contro le lenzuola e avanzo, contemporaneamente a lei che si ritrae. “Beh, mica avrai paura di me?” Non risponde. La osservo indietreggiare ancora un po’, sin quando la schiena non si scontra con la testiera del letto. “Guarda che abbiamo già attraversato questo punto, il giro di boa lo abbiamo fatto da un po’”.
Ancora qualche centimetro e i nostri visi sono a pochissima distanza.
“Non così”, finalmente apre bocca. “Non come ora”.
“Vedermi completamente nudo ti imbarazza?”, domando, questa volta nessuna linea d’ilarità a incurvarmi le labbra.
“M’intimorisce”, risponde.
“Sì? Sapevo di avere dimensioni appena oltre la media, ma non pensavo di incutere addirittura timore”, sorrido divertito.
“Ma no!”, ride di rimando, dandomi una pacca sulla spalla. La tensione nell’aria si allenta. “Non in quel senso”.
”Sono troppo vecchio fisicamente per lei, Signorina?”
Un ulteriore sguardo al mio corpo nudo e poi torna su di me. I denti mordono il labbro inferiore.
“Neppure, no. Solo che…” Ancora un centimetro e le nostre labbra si toccano, ma senza far iniziare alcun bacio.
“Solo che?”, la incoraggio.
“Solo che non siamo mai stati così vicini. E non parlo di essere nudi, assieme, sopra questo letto. Io parlo di essere vicini qui”.
La sua mano si allunga verso il mio petto, sfiorandomi all’altezza del cuore.
“E ti intimorisce perché?” uno sguardo fugace alle labbra, prima di tornare sul verde intenso dei suoi occhi.
“Perché se stavolta ti perdo, perdo un pezzo di me”.
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